Dopo l’8 settembre ’43, gli anni della resistenza: 1943 – 1945

“… La caduta del fascismo ci trovò pronti e ben organizzati… Feci parte fino dall’inizio  del Comitato Direttivo, fui designato a rappresentare il Partito nel Comitato delle Opposizioni, che poi diventò C.L.N…”

«…Già il 9 settembre 1943, all’indomani della firma dell’armistizio che avrebbe provocato lo sbando delle forze armate, e mentre il Re fuggiva a Brindisi, i pistoiesi si erano ribellati all’occupazione tedesca assalendo la Caserma della Milizia in Piazza Spirito Santo: subito sorse un embrione di Comitato per la Liberazione unitario, composto da comunisti (Carobbi e Niccolai), democristiani (Gerardo Bianchi), socialisti, repubblicani, anarchico-libertari (appunto Silvano Fedi), ed azionisti (Simoni).» [Signorini, Circolino Bugiani, 2008]

“… Partecipai alla guerra di liberazione nazionale contro i tedeschi e i fascisti nel C.L.N. provinciale, al suo nascere, insieme al compagno Tofani Fosco, e dopo alla raccolta di armi, viveri, indumenti e alla costituzione delle formazioni partigiane…”.  

«…Il CLN  di Pistoia si riunisce a Campiglio – …Campiglio. Che divenne per alcuni mesi la sede delle riunioni clandestine del CLN…certamente nessuno poteva sospettare che in Canonina nella Chiesa di S. Stefano a Campiglio vicino al Santonuovo si riunissero: Italo Carobbi, Primo Iotti, Dino Niccolai, il canonico della chiesa di S. Paolo di Pistoia Rodolfo Lelli ed altri insieme a mons. Luigi Marini parroco di Campiglio e don Alfredo Pacini, durante questi incontri si discuteva di come coordinare i partigiani, i collegamenti con gli alleati…L’unico  verbale redatto, per evidenti motivi di sicurezza, fu firmato dai componenti presenti ed inserito in una bottiglietta ben tappata e nascosta nel giardino della canonica. Il posto preciso era noto solo a due firmatari ed al canonico Marini. Il verbale stranamente non fu mai ritrovato…» [Daghini, 2013,296]

“…Dopo l’8 settembre fui uno della Commissione che andò dal Comandante della Piazza, Generale Volpi, per chiedergli le armi e procedere, al comando di ufficiali italiani, al disarmo dei tedeschi”…

«…Quel giorno (9 o 10 settembre 1943) mentre vengono segnalati tafferugli in vari punti della città e anche qualche sparatoria, davanti alla caserma di Piazza dello Spirito Santo, posta di fronte alla Chiesa, si radunano alcuni cittadini che invitano le ex-camice nere a sciogliersi ed a consegnare le armi, ma qualcuno spara ed inizia un lungo combattimento al termine del quale i militi si arrendono e vengono sottratti alla furia popolare da Don Pellegrineschi. Significativa la partecipazione allo scontro di alcuni soldati sebbene il comandante della piazza gen. Volpi avesse precedentemente respinto con decisione una richiesta di armi fattagli da una delegazione antifascista recatasi presso la Caserma Umberto I di via Atto Vannucci e composta da Giampaolo Petrucci, Michele Simoni, Primo Jotti, Gerardo Bianchi, Dino Niccolai e Silvano Fedi ed avesse severamente proibito ai suoi uomini di prendere qualsiasi iniziativa. Tuttavia qualche ufficiale, come ad es. Marcello Venturi, disubbidisce al gen. Volpi ed invia alcuni suoi soldati, offertisi volontari, in appoggio agli antifascisti, mentre un altro ufficiale, il pistoiese Vasco Melani, di nascosto, rifornisce di armi gli antifascisti dal retro della Caserma Gavinana di via dei Baroni …» [Gori, 2005]

“…Fui incaricato in quell’epoca di trattare una tregua con i fascisti per lottare insieme contro il tedesco invasore ma anch’essi preferirono lottare come il Generale Volpi a fianco dei tedeschi. Allora rimanemmo soli contro tedeschi e fascisti…”

«…Il tentativo compiuto in extremis di « trattare una tregua con i fascisti per lottare contro il tedesco invasore » negoziato da Dino Niccolai, fallì miseramente. Successe uno scontro a fuoco…»  [Risaliti,1976,11]

“…Feci parte di bande partigiane  e di Gruppi di Azione Patriottica… (Gruppi di azione patriottica, destinati a portare avanti la lotta nelle città). … Creai gruppi a Tizzana, comandati dal S. Tenente Cappelli…”

“ …La liberazione ci trovò così pronti e siccome facevo parte del CLN del Comune di Tizzana, zona dove risiedevo quando occupammo il Comune, lottai…”

«…fu proprio nell’inverno del 1943 che, grazie alla iniziazione di Italo Carobbi e Dino Niccolai, Toni (Francesco) chiese ed ottenne l’iscrizione al Partito Comunista Italiano… e con l’aiuto di quest’ultimo nel Montalbano ebbe inizio un periodo di lotta armata…» [Vicinelli, 2011,23]
Attestazione CdL 1944
04.09.1944 – Dichiarazione di appartenenza al C.L.N. – Archivio Niccolai

“…Dopo l’8 settembre… ci dedicammo alla creazione di formazioni partigiane…”

 “…Altre ne furono create, fu un lavoro continuo, faticoso, estenuante che facevamo con entusiasmo giorno e notte, sempre nel pericolo…”

Il partito mi aveva affidato una zona (essendo stata la nostra Provincia divisa in quattro zone.) … e riuscii a portarla in una situazione soddisfacente con la creazione di 16 cellule, una formazione, 2 GAP che si comportarono bene

« Le culle della cospirazione: la resistenza alla S. Giorgio di Pistoia e alla SMI di Campo Tizzoro… L’organizzazione comunista presente alla San Giorgio… prese contatti con il gruppo di Campo Tizzoro e Maresca. .. Ai primi di settembre 1943 .. in una riunione avvenuta nei boschi sopra Cireglio tra i dirigenti del Partito comunista pistoiese (Italo Carobbi e Dino Niccolai), Silvano Fedi e Tiziano Palandri, un alto dirigente comunista del nord fatto arrivare da Dino Bizzarri, per il gruppo di Campo Tizzoro e Maresca, Carlo Petrolini, Adelmo Bizzarri e altri furono messe a confronto le due proposte ideologiche e anche se i libertari erano di idee più avanzate e al momento più organizzati, furono considerati troppo avanzati perché proponevano di armare i giovani da indirizzare alla resistenza, per questi motivi fu deciso di aderire alla linea politica dei comunisti ufficiali…» [Daghini, 2013,186]

“…Fui  fra quelli che dettero vita alla prima formazione partigiana che prese il nome del primo martire rivoluzionario “Bozzi”.

 “…La prima, già citata “Bozzi” nacque quasi esclusivamente nella zona affidata a me. Fu un lavoro intenso di  ricerca di armi, di viveri, di vettovagliamento… “

«…Dopo l’8 settembre Bozzi viene incaricato dal dirigente del partito comunista Renato Bitossi di organizzare una formazione partigiana nella montagna pistoiese. La formazione, composta da fiorentini e pistoiesi, diverrà una delle più importanti fra quelle che opereranno in questa zona della Toscana e sarà sempre in stretto contatto con i centri regionali del PCI nel cui comitato militare erano presenti per Pistoia: Cesare Andreini, Guerrando Olmi, Cesare Collini, Giuseppe Corsini, Silvano Migliorini, Gorino Gori, Oliviero Maestripieri, Terzo Coppini, Dino Niccolai, Silvio Bovani, Italo Carobbi, Dino Fabbri, Vasco Iozzelli e Aldo Nanni…»[ Gori, 2005,108-110]
 «(Dino Niccolai) Successivamente partecipa alla resistenza quale Commissario Politico della prima formazione Partigiana “Bozzi” che aveva contribuito a costituire» [Carobbi, lettera, 2010]
Brigata Bozzi
La Brigata Bozzi – Foto di repertorio

“…Ebbi in questo periodo cinque mandati di cattura e relativa taglia…”

“… all’arrivo degli alleati mobilitavo tutti i compagni della zona di Tizzana e fummo all’avanguardia per il “daffarsi”…” 

Dai ricordi del figlio Luciano:

Un grave caso di coscienza ed una decisione difficile

 Un giorno mio padre si sfogò con me dicendo: “Erano tempi  duri che imponevano scelte talvolta molto difficili; figurati che un giorno ho quasi ucciso un uomo.  Due partigiani della Bozzi portarono da me un giovane bandito che, spacciandosi per partigiano, aveva derubato e terrorizzato dei contadini.  Era un fatto estremamente grave perché il fenomeno del banditismo si stava  allargando. Militari sbandati e delinquenti comuni mascherati da partigiani terrorizzano la popolazione.  I contadini aiutavano la nostra causa, ma subivano le violenze sia dei nazi-fascisti che dei banditi e noi partigiani eravamo la loro unica e naturale difesa.  Quel  giovane, dopo un breve processo, avrebbe dovuto essere giudicato, condannato e quasi sicuramente fucilato. Mi trovai a prendere una decisione veramente difficile: deferirlo o no al tribunale. Il ragazzo era un giovane sbandato, male in arnese, probabilmente affamato, un poveraccio, insomma, come potevo condannarlo ad una morte quasi certa? Decisi allora di lasciarlo andare avvertendolo che da quel momento sarebbe stato sorvegliato a vista e che se avesse ancora commesso qualche crimine sarebbe stato catturato e  fucilato immediatamente. Poi avvisai tutti che era un elemento pericoloso, che doveva essere attentamente sorvegliato.”

    isrt

Banca dati: Partigiani toscani

Cognome
Nome
Nome battaglia
Residenza
Prov
Inizio attivita
Fine attivita
Formazione
Qualifica
Niccolai
Dino
Pistoia
PT
01/06/1944
18/09/1944
Formazione “Libertà” – Pistoia
Patriota
Niccolai
Dino
Santomato
PT
15/02/1944
15/09/1944
Formazione “Montale” -Pistoia
Patriota
Partigiani toscani
Diploma Medaglia Garibaldina 1947
08.09.1947 : Diploma di Medaglia Garibaldina – Archivio Niccolai